“… e l’aria creò il suono”
Ascoltare, contemplare, meditare, soffermarsi, rimanere…
“Improvvisare da soli è come pensare ad alta voce. Ed essere coi propri pensieri è legato alla solitudine, d’altronde la relazione con sé stessi è la più importante… «Suonare» in molte altre lingue equivale a «giocare». Come figlio unico, da bimbo mi piaceva giocare da solo… Ecco, credo che questa cosa mi sia un po’ rimasta.”
“Riesce ad ottenere i suoni dal nulla, spensierati ma con un potere evocativo. Ride e piange, a volte è sfacciato e acuto, poi dolce, seducente o triste. Come nessun altro strumento a fiato il clarinetto è in grado di produrre il suono, di svilupparlo, diminuirlo e farlo scomparire. Da qui la deliziosa facoltà di produrre suoni lontani, l’eco dell’eco e il suono crepuscolare. La sua voce è la voce dell’amore eroico “. Hector Berlioz
A time to listen, contemplate, meditate, linger and stay …
“Improvising on your own is like thinking out loud… and being with one’s thoughts is tied to loneliness. Moreover, the relationship with oneself is the most important. Being an only child, as a kid I liked playing alone. This I believe is something that has remained with me until this day.”
“It makes sounds come out of nowhere, carefree but with evocative power. She laughs and cries, is sometimes cheeky and shrill, then again gentle, enticing or mournful. No other wind instrument is able, like the clarinet, to voice a note quietly, to make it swell, decrease and fade away. Hence its priceless ability to produce a distant sound, the echo of an echo, a sound like twilight. It is the voice of heroic love.” Hector Berlioz